Giovani e finanza

Pubblicato il 2 settembre 2025 alle ore 11:46

Secondo un recente sondaggio di Banca d’Italia, il 62% dei giovani under 30 ha dichiarato di voler migliorare le proprie competenze finanziarie nei prossimi 12 mesi. In aumento anche la partecipazione a corsi online, podcast e canali social a tema “money”.

Perché è importante?
Perché la mancanza di educazione finanziaria è una delle principali cause di:

indebitamento eccessivo

incapacità di risparmiare

scelte sbagliate di investimento

Nel panorama attuale i giovani italiani si trovano al crocevia tra una crescente attitudine verso l’innovazione finanziaria e persistenti difficoltà di alfabetizzazione. L’ultima indagine campionaria della Banca d’Italia, condotta nel primo trimestre del 2023 su oltre 5.400 giovani tra i 18 e i 34 anni, offre uno spaccato significativo: solo il 35 % è in grado di rispondere correttamente a domande chiave su inflazione, tasso d’interesse e diversificazione del rischio, mentre oltre il 70 % comprende concetti come il rapporto tra rischio e rendimento e il costo dei mutui, ma appena il 30 % conosce il meccanismo dell’interesse composto. Dal punto di vista dei comportamenti i giovani si mostrano prudenti nella gestione delle spese quotidiane e nel rispetto delle scadenze, ma meno attenti alla pianificazione di lungo periodo. Sul fronte dell’informazione finanziaria più dell’80 % si aggiorna tramite social media, televisione e siti o giornali specializzati, ma resta un 17 % che dichiara di non informarsi affatto, in particolare tra le donne e i meno istruiti. Quanto ai canali formativi, i più giovani preferirebbero apprendere a scuola o all’università, mentre tra i 24 e i 34 anni emerge una maggiore fiducia verso banche e intermediari, con la famiglia che resta comunque un punto di riferimento. Solo un giovane su dieci afferma di non avere alcun interesse verso la formazione finanziaria. Parallelamente cresce l’attrazione per strumenti innovativi: la Generazione Z e i millennial si stanno avvicinando a criptovalute ed ETF, con circa il 13 % degli under-43 che ha già investito in crypto per una media di oltre 1.600 € e quasi il 75 % dei patrimoni under-35 che si orienta sugli ETF. Questo dimostra una propensione al rischio crescente, spesso guidata dall’entusiasmo più che da una solida conoscenza. Nel frattempo la trasformazione digitale accelera: nel 2024 Banca Investis ha lanciato NIWA, una piattaforma di consulenza patrimoniale digitale basata su intelligenza artificiale pensata per coinvolgere le nuove generazioni, e cresce l’integrazione tra robo-advisory e consulenza umana. Studi recenti mostrano che maggiore alfabetizzazione finanziaria e digitale favoriscono l’uso di questi strumenti, che restano comunque complementari alla consulenza indipendente. Il contesto macroeconomico impone ulteriori riflessioni: l’Italia, impegnata in una fase di consolidamento dei conti pubblici, prevede per il 2025 un indebitamento netto pari al 3,3 % del PIL, in discesa l’anno successivo, a conferma della necessità di mantenere la fiducia degli investitori. Per i giovani, futuri contribuenti e investitori, significa doversi confrontare con una realtà in cui la sostenibilità del debito e la stabilità economica incidono direttamente sul proprio futuro. Il ritratto che emerge è dunque quello di una generazione digitalmente attiva e pronta a sperimentare, ma con competenze ancora fragili soprattutto nella pianificazione e nella consapevolezza. La sfida dei prossimi anni sarà colmare questo gap attraverso un rafforzamento dell’educazione finanziaria, l’utilizzo consapevole dei canali digitali, un equilibrio tra autonomia e consulenza e una maggiore attenzione al contesto economico in cui si muovono. Solo così i giovani italiani potranno diventare protagonisti informati e responsabili della vita finanziaria ed economica del Paese.